27 Settembre 2019, ore 21:00, complice l’assenza della Luna, insieme ad altri quattro fotografi, dopo uno spuntino a Subiaco, saliamo verso Monte Livata.
Destinazione Campo Minio, qualche km oltre la seggiovia di Monna dell’Orso, dove c’è un piccolo osservatorio, ormai chiuso, che ci farà da modello e dove speriamo che il cielo sia abbastanza buio da permetterci di vedere la Via Lattea.
Dopo il piazzale di Campo dell’Osso l’illuminazione stradale sparisce, dopo un po’ sparisce anche l’asfalto, si prosegue per pochi km addentrandosi nella faggeta, alla fine della quale si apre, per l’appunto, Campo Minio. Questo è anche il punto oltre il quale non si può proseguire con l’auto, ma noi siamo giunti a destinazione.
L’aria è frizzante, il cielo sereno tanto che non si poteva sperare di meglio, qualche secondo per far abituare gli occhi all’oscurità e, alzando gli occhi al cielo, la vediamo, esattamente sopra di noi.
In questo periodo dell’anno, la via Lattea, è visibile nelle prime ore della notte, anche se è molto “verticale”, quindi molto alta sopra le nostre teste.
Scarichiamo l’attrezzatura e ci inerpichiamo per quei centinaio di metri che ci separano dall’osservatore, gli giriamo un po’ intorno e cerchiamo il punto migliore, iniziamo a montare i cavalletti e le reflex e ad effettuare i primi scatti per calibrare le impostazioni.
La Via Lattea è decisamente alta in cielo, la parte più visibile è proprio sopra la nostra testa, non è tanto semplice farla rientrare nell’inquadratura insieme all’Osservatorio, ma scegliendo il posto giusto qualcosa si riesce a fare.
Nonostante l’inquinamento luminoso, anche se più attenuato, sia presente anche qui, qualcosa riusciamo a tirare fuori e, per essere la mia prima volta, sono decisamente soddisfatto dei miei risultati.
Visto che ho accennato all’inquinamento luminoso, vi lascio anche il link ad un’applicazione Android che mostra una mappa dell’inquinamento luminoso nel mondo.
Anche se in Italia è praticamente impossibile trovare un luogo completamente buio, questa app vi può dare indicazioni sui luoghi dove l’incidenza dell’inquinamento luminoso è minore.
Trovate l’app su Google Play Store: Light Pollution Map – Dark Sky & Astronomy Tools.
Informazioni utili
A questo punto vale la pena riportare alcune informazioni su cosa serve per fare foto alla Via Lattea, ma che sono valide anche per foto al cielo stellato.
– Obiettivi grandangolari e luminosi
– Cavalletto
La messa a fuoco deve essere rigorosamente manuale su infinito, l’autofocus infatti, nel buio totale, non vi servirà a nulla.
Ricordatevi inoltre, cosa che io dimentico spesso, di disattivare lo stabilizzatore dell’obiettivo, se ne è fornito, poiché sul cavalletto l’effetto dello stabilizzatore è l’opposto a quello per il quale è stato creato.
A questo punto occorre solo ricordare la Regola del 600, che è quella regola che ti permette di avere foto senza la strisciata delle stelle, dovuta alla rotazione terrestre.
La regola del 600 è semplice e dice che
Per fare un esempio avremo, con un obiettivo da 10mm
Questo è valido per le Full Frame, per le APS-C il risultato va moltiplicato per il fattore di moltiplicazione (1,6 per Nikon – 1,5 Canon), oppure per semplificare i calcoli;
– Canon APS-C: 375/focale
Usando lo stesso esempio del 10mm avremo
– Nikon APS-C: 400/10 = 40sec
– Nikon APS-C: 375/10 = 37sec
La regola è generalmente valida, ma ci sono delle eccezioni dovute a vari fattori, vi consiglio, partendo dalla regola, di effettuare comunque delle prove e, se possibile, di tenervi più bassi con il tempo di esposizione.